Nella scorsa News Fisica abbiamo parlato di come il cibo possa creare dipendenza. Oggi parleremo delle persone più a rischio e dei consigli per imparare a stare meglio.

Non tutti considerano il cibo come la soluzione perfetta e a portata di mano per riempire dei vuoti affettivi e per non doversi comfrontare con le proprie emozioni. La maggiorparte delle persone riesce ad affrontare in maniera diretta i propri sentimenti senza bisogno di soffocarli con gli alimenti. Ma ci sono delle categorie di persone più deboli:

– I bambini e gli adolescenti: i bambini non hanno ancora sviluppato le capacità e le conoscenze per rendersi conto di che cosa faccia bene e che cosa faccia male e per difendersi dagli stimoli negativi che arrivano dall’esterno. Per questa ragione se i genitori non trasmettono loro una buona educazione alimentare, li lasciano guardare la tv senza porre limiti, non contrallano ciò che mangiano e non li aiutano a superare eventuali disagi in modo sano, i bambini possono finire con il considerare il cibo una consolazione e un mezzo da usare in modo incontrollato. Anche gli adolescenti possono sviluppare una sorta di dipendenza da cibo: mangiano per combattere la noia, per distrarsi dallo studio, per riprendersi da una delusione, per trovare una gratificazione che non riescono ad ottenete nelle relazioni sociali o nella scuola.

Bambini e adolescenti non possono migliorare da soli la propria condizione: è fondamentale l’intervento dei genitori. Mamma e papà dovrebbero, innanzitutto, dare il buon esempio, mostrando ai figli che cosa significa nutrirsi correttamente. E’ importante abituare i bambini a fare 5 pasti al giorno e non a piluccare in continuazione. In questo modo, per i ragazzini è più facile capire che il cibo serve per nutrirsi e non per riempire dei vuoti. Fare attenzione all’alimentazione dei figli non è sufficiente: è fondamentale insegnare loro anche a non avere paura delle proprie emozioni. Ecco perchè è consigliabile che i genitori trovino sempre il tempo per parlare con i propri figli: in questo modo i ragazzi imparano ad esternare ciò che sentono e a non rifugiarsi nel cibo; è utile stimolare il bambino con attività che lo divertino: gite, giochi in scatola, letture interessanti, corsi sportivi. Serve a farlo sentire vivo e impegnato e a non cedere alla tentazione di usare il cibo come passatempo.

– Gli intolleranti alle emozioni: sone persone che hanno un cattivo rapporto con le proprie emozioni. Fanno parte di questo gruppo i soggetti che faticano a esternare i propri sentimenti e tendono a tenersi tutto dentro. Il cibo diventa per loro una sorta di liberazione e di valvola di sfogo. Anche le persone insicure e che tendono a sottovalutarsi possono attribuire agli alimenti un valore che non hanno: il cibo può diventare un elemento da cui trarre forza e autostima. Le persone che si buttano sul cibo lo fanno perchè nell’immediato hanno un’aspettativa positiva: per loro, nel breve termine, mangire è d’aiuto. Il problema è che spesso, subito dopo, subentrano i sensi di colpa, talvolta rafforzati anche dai commenti di familiari e amici. Quello che all’inizio era positivo diventa negativo. Questo non fa che peggiorare la situazione.

Come fare per non rischiare di svulippare un rapporto malsano con il cibo?

Non essere impulsivi: quando si sente il desiderio di aprire il frigorifero, di ingurgitare un pacchetto di patatine, di comprarsi un gelato, frenare l’impulso e fare una piccola pausa ponendosi la domanda “Ho davvero fame?”. Se non si sente il bisogno di mangiare, occorre interrogarsi per cercare di capire che cosa si sta provando davvero, quali emozioni si sentono.

Trovare una valvola di sfogo: quando ci si sente annoiati, stanchi, depressi, arrabbiati, invece di buttarsi nel cibo provare a cercare una soluzione alternativa: ascoltare musica, fare una passeggiata, telefonara ad un’amica, urlare, comprare un rossetto o un cd, litigare con la persona che ha procurato dolore.

Evitare le situazioni a rischio: una brioche insieme al caffè, snack all’ora dell’aperitivo, sono abitudini pericolose che inducono a mangiare in ogni momento, anche se non sia ha fame. Per questo è utile evitare o modificare le situazione a rischio. Ad esempio si può frequentare il bar ad orari alternativi, quado non sono disponibili stuzzichini. Fare quancosa che impegni le mani invece di stare immobili davanti alla tv permette di non pensare in modo ossessivo al cibo.

Fare la spesa a stomaco pieno: per essere meno tentati dal cibo e sempre con una lista ben precisa, magari evitando i grandi ipermercati ricchi di offerte. Se si hanno particolari voglie, comprare un piccolo snack da consumare subito. In questo modo non si cadrà in tentazione una volta tornati a casa.

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