“Non ho tempo!”. “Avrei bisogno di una giornata lunga 25 ore”. Quante volte abbiamo sentito queste frasi e quante volte le abbiamo dette? Siamo in un’epoca che spinge a riempirsi d’impegni, a vivere rapporti mordi e fuggi, costruiti più sui social network che di persona. Si corre tutto il giorno sul lavoro, con i figli e il partner. Ma dove porta tutto questo correre? Non sarebbe il caso di tirare il freno a mano e vivere con più lentezza?

La chiave per riuscire a liberarsi dai ritmi frenetici è la consapevolezza: imparare a capire perché si compiono certe azioni. Durante il giorno ci si dovrebbe fermare a riflettere se quello che si sta facendo lo si fa per se stessi o per gli altri. Se si sta subendo una certa azione o c’è il piacere di farla.

Negli ultimi tempi si è assistito a un impoverimento dei rapporti. Siamo diventati divoratori di tutto, dobbiamo fare mille cose e le facciamo di fretta. Il discorso vale anche per i sentimenti. I rapporti sono diventati superficiali, non ci concediamo il piacere di stare dentro a un rapporto vero.

Una soluzione? Ascoltarsi, dar retta ai propri sentimenti e cercare di capire che cosa vogliono dirci. Una certa malinconia o un po’ d’insofferenza non devono essere catalogati come capricci perché possono essere segnali di qualcosa che richiede ascolto.

Uno dei problemi maggiori del nostro tempo è quello di voler vivere… connessi. Si cercano luoghi di vacanza e alberghi con wi-fi, si organizzano aperitivi in locali dotati di connessione e non si lascia mai a casa il cellulare o il Tablet, anzi una volta seduti al tavolo è la prima cosa che si estrae dalla borsa. Si passano così intere serate a controllare messaggi e aggiornamenti sui social network.

Ci siamo mai chiesti cosa succede se proviamo per una sera a impostare la suoneria silenziosa e a non tirarlo fuori? Cosa potrà mai succedere in quell’ora che abbiamo deciso di trascorrere con gli amici? In realtà, siamo tutti vittime del bisogno di controllare tutto in ogni momento, per questo smartphone e Tablet ci danno l’idea di essere un perfetto, ma illusorio, strumento di monitoraggio.

Eppure sappiamo benissimo che non si può controllare la realtà, quindi lasciamo stare la tecnologia e il controllo remoto per goderci il presente con quello che ci offre. Impariamo ad ascoltare con il cuore e non solo con le orecchie.

Un’altro problema di chi va sempre di corsa è di accollarsi anche gli impegni degli altri. E se si iniziasse a dire qualche no? Non si deve avere paura di essere considerati egoisti, perché a volte è importante tirare il freno e riflettere sulle proprie priorità.

Un’altra regola da imparare è delegare, lasciare che gli altri facciamo qualcosa al nostro posto, invece che accentrare tutto. In questo modo, è vero che perderemo un po’ di controllo, ma avremo arricchito i nostri rapporti, gratificato gli altri e conquistato simpatia e gratitudine.

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