Il numero di calorie che introduciamo in un pasto dipende anche dall’aspetto di ciò che abbiamo nel piatto. Lo sostengono gli studiosi del Centro di ricerca Nestlé, che hanno scoperto qualche trucchetto utile per vincere lo stimolo della fame e riuscire a mangiare di meno. Qualche esempio? Preparazioni più morbide, come le lasagne e i pomodori pelati, che vengono ingerite in grandi bocconi e quasi senza bisogno di masticare, vengono divorate molto più velocemente rispetto al cibo solido.

I piatti che vengono consumati a piccoli morsi e masticati a lungo, invece, aumentano il senso di sazietà e permettono di ridurre le quantità di cibo assunte. Vediamo, allora, quali stratagemmi si possono mettere in atto per mangiare un po’ meno, a vantaggio della linea e della salute.

Uno studio recente ha dimostrato come gustando la stessa quantità di zuppa a piccoli sorsi e con attenzione, anziché farlo in modo distratto e a grosse cucchiaiate, se ne mangia il 30% in meno. Inoltre, sembrerebbe che quando si è concentrati sull’azione di mangiare, si riesca a controllare meglio le quantità di alimenti, rispetto a quando si mangia facendo dell’altro come, per esempio, guardando un film o sfogliando una rivista.

La distensione dello stomaco è uno dei segnali che induce il nostro cervello a ordinare: “basta così, sono sazio”. Però, non è un meccanismo immediato e, per questo, è bene mangiare molto lentamente; così, lo stomaco avrà modo di accorgersi di essere pieno prima che introduciamo più cibo di quanto non sia necessario per placare la fame.

Se dobbiamo dimagrire non ci sono alternative: oltre a muoverci di più, dobbiamo mangiare meno di quanto bruciamo; dunque possiamo essere destinati a convivere con il senso di fare. Però, qualche accorgimento per ingannare lo stomaco e il cervello c’è. Per esempio, riempire il piatto con una bella insalata, ovviamente poco condita. Le calorie saranno poche, ma lo stomaco avrà modo di riempirsi e gli occhi trasmetteranno al cervello l’impressione di un piatto pieno, abbondante e soddisfacente, almeno per diverse ore.

La composizione del piatto contribuisce a dare più o meno rapidamente il senso di sazietà: se siamo a dieta, un piatto enorme e mezzo vuoto genera un’idea di penuria che stimola l’appetito. Un piatto piccolo, ma pieno, a parità di calorie, dà invece una sensazione di maggiore abbondanza, che tranquillizza anche il senso della fame. I ristoratori accorti lo sanno e ne approfittano al contrario, servendo porzioni molto scarse in piatti enormi. Così inducono i clienti a sentirsi meno appagati e, magari, a ordinare una portata in più.

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