Utili, divertenti, facili da usare, veloci, economiche. Un business. Stiamo parlando di App. “Il comparto oggi in Italia vale 60-70 milioni di euro: il doppio dell’anno scorso, la metà del prossimo. I suoi punti forti: i bassi costi d’ingresso (un’App si sviluppa anche in pochi giorni, con investimenti contenuti) e la globalità del mercato (gli store online permettono di arrivare a ogni utente nel mondo)” dice Andrea Rangone, direttore dello Statup program del Mip Politecnico di Milano.

La più grande piattaforma di applicazioni mobili del mondo è l’App Store di Apple (per iPhone e iPad), che fa numeri da brivido: oltre 500mila App, 30 miliardi di download (dal 2008) con oltre un miliardo di dollari di guadagno per gli sviluppatori. Il maggior concorrente è il Play Store di Google, che fino a poco tempo fa si chiamava Android Market

Play Store è arrivato a 20 miliardi di dowlonad (la metà negli ultimi 7 mesi) e si sta avvicinando all’App Store a passi da gigante anche su tutti i fronti. Terzo incomodo il BlackBarry App Worl. Ha “solo” 70mila applicazioni, ma può contare su un’alta propensione al download degli utenti, che scaricano in media 30 App all’anno.

Piatto ricco per gli sviluppatori. E, in un prossimo futuro, sarà ancora più ricco. Sul mercato sta infatti per arrivare Microsoft, fresco del lancio del sistema operativo Windows 8. Già largamente leader dei sistemi operativi per laptop e Pc desktop, l’azienda di Redmond dà ora l’assalto ai tablet. “Sappiamo che il successo sui tablet passa per lo sviluppo delle App” sintetizza Ted Dworkin, manager di Microsoft. Per non parlare di Amazon.

Cresce il numero di quanti scelgono uno smartphone a partire dalle App che può offrire. Ce n’è per tutti i gusti, ma come affrontare il mercato? “La scelta della piattaforma è fondamentale. Quella di Apple è sempre leader di mercato, ma il suo predominio è ora meno marcato. Si tratta di un sistema chiuso, adatto solo per iPhone e iPad. Viceversa, il sistema Android si applica a cellulari di marche e modelli diversi ed è perciò molto frammentato” spiega Massomo Carli, programmatore e divulgatore.

Ma l’opportunità di business è concreta? “Certo! Negli ultimi due anni una ventina di startup del settore sono state finanziate da venture capitalist. Esistono poi molti sviluppatori, spesso di 20-25 anni, in grado di guadagnare anche 5-10mila euro al mese con le loro App: certo, questa è la punta dell’icerberg” prosegue Rangone. Attenzione però: oggi è meno facile fare soldi con le App. Spiega Fabio Lalli, esperto di tecnologia e nuovi media: “Bisogna trovare la giusta idea, il momento buono, la perfetta esecuzione e la giusta strategia di lancio affinchè l’App esploda”.

“Essere ottimi sviluppatori non basta. Bisogna avere ottime competenze di marketing e saper usare un mix di canali (social network, blog, store) per promuoversi” dice Rangone. I guadagni sono variabili, anche perchè non dipendono solo dal prezzo. Il 70% delle App è gratis e in questo caso si lucra sugli aggiornamenti, le versioni premium o la pubblicità.

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