Un terzo delle imprese italiane nate nel 2011 ha sede nel Mezzogiorno: a fondarle, in 3 casi su 4 sono uomini e per 7 su 10 sono bastati 10mila euro per partire. Le stime appartengono all’indagine svolta dal centro studi di Unioncamere su un campione di circa 9mila imprese attive nate nel corso del 2011 e per le quali è possibile identificare il settore di appartenenza.

“L’impresa è e resta una grande opportunità soprattutto per i giovani. Non è la soluzione alla disoccupazione, ma è una concreta e solida chance per dare corpo alle giuste aspettative di soddisfazione professionale” ha commentato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.

“In un momento di difficoltà quale è quello che stiamo vivendo, continua Dardanello, sostenere la diffusione delle imprese significa operare soprattutto per chi oggi si affaccia sul mercato del lavoro e non riesce a trovare risposte. Ben vengano tutti i progetti che possono offrire alle tante intelligenze delle occasioni reali”.

I dati dell’indagine rilevano che nel 2011, sud e isole hanno visto la maggior quota di nuove iniziative imprenditoriali (30,9%), seguite dal nord ovest (28,6%). Nella maggior parte dei casi (88,7%), le imprese neonate non tendono ad assumere. Oltre un quarto degli imprenditori ha meno di 30 anni (con un aumento del trend rispetto al 2010 di 2 punti); aumentano gli uomini e nella metà dei casi sono diplomati (sono in riduzione i neo-imprenditori con laurea, con quote intorno al 12%).

Sempre secondo Unioncamere, l’investimento per dare avvio all’attività non supererebbe i 10mila euro nel 72,1% dei casi e 8 imprenditori su 10 opterebbero per l’autofinanziamento. Non trascurabile, rileva l’indagine, nemmeno la portata di chi parte con un capitale iniziale tra gli 11 e i 30 mila euro (una impresa su 5): specialmente nel settore turistico, commerciale e i servizi alle persone.

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