Prodotti biologici, coltivati senza pesticidi o additivi, a chilometro zero, con pochi grassi, poco zucchero o sale, ma anche cucinati in modo da preservarne tutto il valore nutrizionale. La scelta di un’alimentazione sana sta coinvolgendo sempre più persone, intenzionate a mangiare meglio facendo anche del bene all’ambiente.

E’ una buona scelta, ma quando la ricerca del cibo salutare diventa un’ossessione, si può arrivare all’ortoressia nervosa, un vero e proprio disturbo alimentare, simile all’anoressia e bulimia. Questo problema colpisce soprattutto le giovani donne, ma è in crescita anche fra gli uomini.

Come si diventa ortoressici? Si parte con il selezionare solo cibi sicuri, ovvero che non siano trattati con pesticidi, coltivati in luoghi che si possono conoscere o visitare, per poi finire con il rendere i criteri di ammissibilità molto rigidi, escludendo la maggior parte degli alimenti dalla propria dieta.

Così ci si ritrova a pranzare sempre in solitudine, a rifiutare inviti a cena e ad avere una dieta talmente povera dal punto di vista nutrizionale da rischiare ripercussioni anche sulla salute. Questo può non corrispondere a un dimagrimento eccessivo. A volte si convive con la malattia, avendo però una qualità di vita pessima.

E’ possibile tracciare un identikit dell’ortoressico? La caratteristica primaria di chi soffre di questo disturbo è il fatto di avere una costante paura della contaminazione, per questo il cibo è una vera e propria ossessione. Si passa gran parte della giornata a pensare a cosa mangiare, escludendo alimenti particolari e rifiutandosi di scegliere quello che, secondo i propri criteri, non è da considerare sano.

Inoltre, la persona ortoressica ha paura di contrarre malattie se mangia cibo considerato contaminato e, con il progredire del disturbo, diventa inflessibile, ha una condotta rigida e vuol essere perfezionista in ogni cosa che fa.

La grande differenza che c’è con gli altri disturbi alimentari è il fatto che nel caso dell’anoressia e della bulimia, il problema centrale è la quantità di cibo in relazione alla preoccupazione per la propria immagine corporea, nell’ortoressia, invece, i problemi sono dati dalla qualità degli alimenti, dal possibile rischio di contaminazione, dall’idea che non sia salutare, sia sporco o che provochi malattie.

Secondo una stima del ministero della Salute, su tre milioni di italiani che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, il 15% è formato da ortoressici. Normalmente, chi ha questo disturbo inizia a cambiare le proprie abitudini alimentari.

Per sconfiggere questo disturbo è necessario coinvolgere due specialisti: un nutrizionista e uno psicologo. Il primo è necessario per scardinare le convinzioni alimentari sbagliate e il secondo per trovare una soluzione all’ansia e alle paure.

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