Perdoniamo e perdoniamoci: è l’unico modo per liberare noi stessi da un dolore che altrimenti diventerebbe sempre più grande e che, con il passare del tempo, si potrebbe tramutare in malesseri fisici più o meno importanti.

Parrebbe impossibile, ma è così: ogni dolore si può lasciare andare, anche quello con cui sembriamo destinati a convivere per il resto dei nostri giorni. Basta decidere quando intraprendere questo percorso. Il perdono non deve mai essere imposto, ma occorre che sia una libera scelta. Questa è la prima condizione affinché il piano emozionale, fisico, spirituale e mentale tornino in equilibrio.

E’ il modo per guarire il passato e per riorientare la propria visione del futuro verso la vera realizzazione di se stessi. Senza vivere più in funzione del desiderio di vendetta o rimanere vittime del proprio senso di colpa.

Per perdonare non c’è un momento preciso: avviene quando la persona riesce a spostare il focus da quanto è avvenuto ascoltando le sue sensazioni rispetto a ciò o a chi gli ha causato dolore. Solo in questo momento può scattare il meccanismo del perdono, cioè trasformare un’emozione dolorosa in un’altra, meno pesante per l’animo.

E’ un percorso di autoconsapevolezza molto profondo, che cambia la qualità della vita. Non si sarà più alla spasmodica ricerca di vendetta, ma si compiranno azioni volte al raggiungimento del benessere per se stessi. E di conseguenza per le persone che ci circondano.

Cosa s’intende quando si usa il termine perdono? E’ un concetto olistico, che prescinde da una fede. Il perdono è… il dono di ciò che si ha dentro, compresi la rabbia, il dolore, la frustrazione, la delusione… Deve essere una scelta autonoma e matura di lasciare andare, al di là di quanto sia successo, ciò che si ha dentro: la sofferenza.

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