C’è un lato positivo nell’aver toccato il fondo: si può solo risalire. Effetto della crisi: accanto alle storie clamorose, che fanno notizia per la loro brutalità, ce ne sono tante altre con il lieto fine, che passano inosservate. Persone che sono riuscite a trasformare il disagio della mancanza di occupazione in un’occasione di rinascita.

La prima cosa da fare è far luce sulle proprie attitudini e inclinazioni naturali, attraverso un autoesame lucido e obiettivo. Come procedere per individuare la strada giusta?

Al di là del percorso di studi e delle successive esperienze lavorative, è importante scavare a fondo nella propria storia, per individuare passioni e interessi nascosti. Disegnare, cucire, accudire i bambini, riparare le auto: il talento è la capacità innata di fare qualcosa di straordinario in modo semplice e senza sforzi. Ciascuno di noi, ne ha almeno uno, che lo appassiona e lo fa sentire realizzato. E’ il classico “sogno nel cassetto” che, in un momento di vuoto di prospettive, può trovare lo spazio giusto per realizzarsi.

Un requisito fondamentale è la fiducia in se stessi. Per costruire qualcosa di solido bisogna essere propositivi, ottimisti, anche un po’ aggressivi, cioè pronti a difendere il valore del proprio lavoro. Un’altra competenza utile è la resilienza: definisce la capacità di una persona di reagire a problemi o difficoltà in modo fluido ed elastico, senza crollare.

L’essere umano è, nella maggior parte dei casi, un sistema omeostatico: quando trova un equilibrio ideale, difficilmente cercherà di cambiare la situazione attuale. Oggi, invece, nel mondo del lavoro s’insiste molto sull’importanza di saper anticipare il cambiamento. In pratica, bisogna imparare a identificare i punti deboli di un sistema prima che questo arrivi al collasso.

E’ quello che gli americani chiamano “mastery”. Indica la capacità di essere protagonista della propria esistenza, prendendo delle decisioni per libera scelta e non per costrizione, sapendo cogliere e interpretare ogni svolta professionale come opportunità costruttiva.

Siamo spesso portati a escludere a priori settori o attività professionali a noi sconosciuti. Siamo convinti che non facciano per noi, ma in realtà non li abbiamo mai sperimentati. Eppure si stima che nel 2020, tra le professioni più richieste, ci saranno quelle legate al mondo dell’informatica.

Per esempio il social media manager che si occupa di seguire i siti internet, i blog e i forum delle aziende. Oppure il game tester, che prova i giochi tecnologici prima di immetterli sul mercato. Ma ci sono anche: il community manager, responsabile della reputazione online delle imprese; il content creator, che rende i contenuti virtuali fluibili agli utenti e il web analyst, che analizza i comportamenti e le abitudini degli utenti in internet.

Promette bene anche il mondo dell’energia rinnovabile. In ascesa anche il settore del benessere: centri spa, integratori. Pure l’universo delle lingue non conosce crisi.

Voltare pagina dopo un brusco stop non è facile: ci vogliono coraggio, determinazione e spirito di iniziativa. L’importante, però, è crederci davvero.

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