Diversi sondaggi dicono che alla gente piace trascorrere soggiorni, più o meno lunghi, nei bed&breakfast. I turisti amano l’ambiente tranquillo e familiare che consente di conoscere meglio le abitudini e la cultura locale e apprezzano il vantaggio economico rispetto ai tradizionali alberghi. In Italia ci sono quasi 20mila strutture, per oltre 90mila posti letto. Un numero destinato a crescere, visto che sono in aumento coloro che scelgono i B&B. Chi ha la fortuna di avere un appartamento grande e cerca un’attività piacevole e ricca di soddisfazioni può sfruttare questa opportunità e aprirne uno. L’iter burocratico è semplice e l’investimento richiesto è relativamente contenuto.
A disposizione degli ospiti bisogna mettere la biancheria (lenzuola e asciugamani), che va sostituita almeno 2 volte alla settimana, e provvedere alla pulizia quotidiana della camera. Per quanto riguarda la prima colazione, deve essere preparata esclusivamente con bevande e cibi prodotti da esercenti abilitati, privilegiando il più possibile il prodotto da forno artigianale rispetto al confezionato industriale.
In Italia il B&B è regolato da leggi regionali, che fanno però riferimento a una legge nazionale sul turismo. La prima cosa da fare per chi ha lo spazio necessario è recarsi all’ufficio turistico del proprio comune di residenza e presentare la domanda con la documentazione richiesta che varia da comune a comune. In genere, se dopo 30 giorni non è stata emessa alcuna documentazione, si può incominciare l’attività. Con la domanda, è fondamentale comunicare i prezzi che si intendono applicare, perchè andranno esposti dietro la porta della camera degli ospiti con la vidimazione della provincia.
Se l’attività turistica viene svolta in maniera non continuativa non c’è bisogno di aprire la partiva Iva; questo aspetto facilita molto le cose sotto il profilo fiscale. In caso si inizi l’attività senza partita Iva, agli ospiti va rilasciata una ricevuta non fiscale numerata. Se l’importo è superiore a 77,47 euro, ci vorrà anche una marca da bollo di 1,81 euro. La somma di queste ricevute andrà dichiarata alla voce altri redditi nel modello 730 o Unico, al netto dei costi sostenuto per il priprio B&B.
Il verificarsi di certe condizioni può richiedere l’apertura della partita Iva. Diventa obbligatori quando, ad esempio, c’è un elevato turn over degli ospiti, se si impiegano uno o più collabortori, se si offrono servizi aggiuntivi agli ospiti rispoetto a quelli minimi previsti per il B&B, oppure se si ricorre a pubblicità periodica su riviste o siti internet. In ogni caso conviene aprina una partita Iva per chiunque abbia avviato questo tipo di attività, nel momento in cui si superi un fatturato annuo di circa 10.000 euro.