Abiti, scarpe, borse, ma anche riviste, sacchetti di plastica… tutti custoditi in angoli diversi della propria casa: pur non servendo più a nulla vengono conservati. La conseguenza è che armadi e cassetti rifiutano di chiudersi, mentre oggetti rotti, inutilizzabili o inutili si stratificano sugli scaffali. Le motivazioni che inducono a questo comportamento possono essere diverse: il rifiuto dello spreco, il valore affettivo legato a un ricordo, ma anche un misto di nostalgia, d’indecisione e di mancanza di organizzazione.

La tendenza incontrollabile a mettere da parte masse di oggetti inutili, al punto di arrivare a soffrire ogni volta che bisogna liberare qualche centimetro di scaffale per gettare una cartolina vecchia di quindici anni, è un disturbo vero e proprio che viene definito disposofobia. Chi ne è colpito non lo vive quasi mai come un problema e, spesso, è incapace di restituire ciò che prende in prestito.

La sindrome generalmente si manifesta con la difficoltà a liberarsi di ricordi cari, acutizzata da timori di genere economico trasformandosi a poco a poco in un’autentica fobia di separazione dagli oggetti. Alcune ricerche mostrano che queste persone mancano di capacità decisionale, per cui non sanno distinguere ciò che è utile e/o importante da ciò che dovrebbe essere buttato.

Sul piano psicologico, la disposofobia è un tentativo disfunzionale di esprimere se stessi e il proprio valore. Chi ne soffre valuta l’essere attraverso l’avere: “Più ho, più sono. Se non ho, temo di non esistere”. Gettare via le cose accumulate rappresenta il rischio di perdere parti di se o del passato, con il timore che non si possa più tornare indietro. Il rischio è di vivere senza passato né futuro. Ciò impedisce di vivere serenamente i ricordi e di investire nelle relazioni affettive del presente, perché è come se si trattenesse il tempo che passa.

Recentemente il “Wall Street journal” ha dedicato un lungo articolo a una nuova forma di dipendenza, l’accumulo digitale, perché sempre più persone si ritrovano ad ammassare nel proprio computer email, messaggi, di testo, foto, giochi, documenti, brani musicali, video familiari e altri materiali scaricati dal web, anche se di tutto questo rivedrà o riascolterà solo il 20 per cento.

Ecco alcuni consigli pratici per reagire:
– Fate un riordino mensile delle vostre cose, sforzandovi di buttare quelle più vecchie. Se vi costa fatica, partite dal piccolo. L’importante è non fermarsi.
– Volete tenere qualcosa che andrebbe eliminato? Pensate che sta occupando uno spazio che potrebbe essere destinato ai vostri ultimi acquisti.
– Se proprio non riuscite a buttare via nulla, fatevi aiutare da un parente o da un amico obiettivo, fissato con l’ordine. In una manciata di secondi vi aiuterà a far sparire quello che voi avete accumulato negli anni.

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