Il tuo lavoro non va più? Ecco il motivo!

Nel lontano 1996 ho preso la decisione più importante della mia vita, ho deciso di non voler fare più l’impiegato… mi avevano parlato di un nuovo modo di lavorare e ne rimasi affascinato. Devo dire che all’inizio non è stato per niente facile, anzi… l’esatto contrario. Ma oggi, dopo 20 anni sono felicissimo di aver preso quella decisione. Ad essere sincero non l’ho mai fatto per guadagnare di più… l’ho fatto solo per la libertà…

La libertà non ha prezzo!!!

La libertà di vivere e organizzarmi la vita a mio piacimento… la libertà di vivere la crescita dei miei figli… la libertà di avere il tempo per un hobby o uno sport… semplicemente libertà. Ma oggi non voglio parlarti della mia libertà, voglio parlarti di cosa è accaduto in questi anni nel mondo del lavoro. Iniziamo proprio dal 1996, ti racconto le evoluzioni che ci sono state in questi anni e perché la gente oggi si trova senza lavoro.

Prendo come esempio…

…il mio campo, ma puoi rispecchiarlo tranquillamente in qualsiasi altro campo. Dal 1996 mi occupo di vendita e di costruzione rete vendita, quindi ho vissuto i vari cambiamenti del settore. Posso iniziare tranquillamente anche dagli anni 80, non per esperienza personale ma per quella di mio nonno. Lui vendeva corredi ed io al pomeriggio dopo la scuola gli facevo compagnia. In quel periodo andava alla grande il porta a porta… era il sistema migliore per vendere direttamente. Negli anni 90 iniziò a non funzionare più nelle grandi città e addirittura nei primi anni del 2000 smise di funzionare anche nelle città più piccole. Questo perché gli abitanti delle città erano tutti a lavoro, quindi in casa non si trovava nessuno e quelli che trovavi…

…si erano rotti le scatole.

Quindi ci si concentrò nei paesini dove trovavi ancora qualcuno in casa, ma col tempo anche questo andò scemando. Per qualche anno si provò con i volantini comunicando che si sarebbe passati ma anche quello ebbe poca resa. Allora si passò alle telefonate, il famoso telemarketing. I primi anni addirittura funzionava così bene da riuscire a vendere direttamente per telefono… ma dopo un pò anche questo sistema non andava e si passò al semplice appuntamento per consulenza. Questo devo dire che ha funzionato per un bel pò, ma comunque in questi anni è andato a scemare.

Sul telefono si sono creati dei veri e propri imperi economici

Così grandi che ancora oggi, quando ormai sono passate altre due generazioni, si continua a pensare al telefono. Fino a qualche giorno fà si leggeva, call center in crisi, a rischio 8 mila posti di lavoro. Ragazzi, sveglia… nel frattempo c’è stata l’era di google adwords, nel 2007 era una bomba e fino al 2012 qualsiasi porcheria mettevi online con adwords la vendevi… poi arrivò Facebook (anche se c’era già da prima) a rompere le scatole ad adwords e le vendite tramite adwords sono un pò calate… importantissimo, il fatturato adwords è da capogiro, ma perché sono aumentati gli inserzionisti… non è detto che tutti gli inserzionisti ci guadagnano… ma questo è un altro discorso…

E oggi come si vende?

Tramite i social e non per come fa credere Facebook, pagando le inserzioni… quelle fanno bene solo alle tasche di Facebook… tramite i social nel senso di tua relazione social con il resto del mondo. Ti sembra una cosa strana? In questi giorni vivi un pò di più Facebook, Instagram, fai attenzione a ciò che accade… oggi una qualsiasi persona, anche partendo da zero, può crearsi una fortuna se lavora bene sui social… provaci anche tu. Non stare ancora dietro ai vecchi stereotipi del lavoro tradizionale… aggiornati… anzi… adeguati al nuovo… chi non si adegua si estinge. Vivi il nuovo anche tu 😉

Quelli che…le Foto le Mettono Online

Puntualmente, dopo ogni periodo di vacanza, le bacheche di Facebook, Twitter e altri social network, si riempiono di fotografie e racconti di viaggio. Una mania che partita dai più giovani, ha contagiato anche gli adulti. Ma non si tratta solo di un’evoluzione tecnologica; è anche un fenomeno di costume in gran parte figlio della società dell’immagine. Viviamo in un’era in cui l’apparire è più importante dell’essere.

Le motivazioni che spingono a condividere con altri, anche sconosciuti, le immagini e il racconto delle vacanze, sono tante: vediamole nel dettaglio.

– Il desiderio di rivincita: alcune persone soffrono di invidia morbosa nei confronti di amici e conoscenti che hanno maggiori possibilità economiche. Spesso arrivano a fare sacrifici enormi pur di permettersi una vacanza in posti esotici o in alberghi di lusso. Internet è il modo più sicuro e rapido per ottenere visibilità e attenzione, mostrando a tutti le immagini di questi viaggi. E’ il riscatto da una condizione vissuta come inferiore per l’affermazione sociale.

– La voglia di comunicare: alcune persone hanno, da sempre, un senso molto sviluppato della socialità e hanno voglia di condividere le proprie esperienze. Ecco allora che i blog, Facebook e altri social network, permettono a tutti di dare libera circolazione alle proprie idee e alle emozioni. Questi fenomeni di socializzazione via internet non devono essere visti come qualcosa di negativo. Il più delle volte è proprio la voglia di rendere partecipi gli amici dei momenti belli di una vacanza fatta insieme.

– La mania di protagonismo: le riviste di gossip hanno sempre dato molto spazio alle immagini dei vip, soprattutto in luoghi di vacanza, meglio ancora se esotici. Oggi, le stesse riviste, dedicano molto spazio anche a chi vip non è o l è stato per un breve istante, come per esempio i personaggi dei reality show destinati, in un attimo, a tornare nell’anonimato da cui sono venuti. “Perché non posso farlo anche io?” E’ questo che pensano le persone animate dalla stessa voglia di uscire allo scoperto e godersi il proprio quarto d’ora di celebrità. Pubblicare le fotografie dei viaggi, sapendo che migliaia di persone le vedranno, le commenteranno e se scambieranno in rete, è un modo semplice ed efficace di raggiungere l’obiettivo: mettersi al centro dell’attenzione.

– Un pò per esibizionismo: inutile fingere che non sia così: nel momento in cui si apre un blog o ci si iscrive ad un social network, si dà libero sfogo al proprio esibizionismo. Niente di male, quando non si superano i limiti, arrivando a pubblicare immagini molto provocanti o di cattivo gusto con l’intento preciso di suscitare ammirazione e consensi finalizzati, magari, a incontri sessuali. Un pò di (sano) esibizionismo fa parte della natura umana, poter dire sono stato in posti bellissimi è un desiderio più che legittimo. Anche mostrare i propri figli, il fidanzato o l’ultima conquista rientra nel normale comportamento umano. L’importante è non esagerare, soprattutto con foto di bambini, per evitare morbose attenzioni da parte di estranei.

– Il piacere di raccontare di sè: gli italiani, si sa, sono anche un popolo di poeti. Raccontare e scrivere è un piacere molto diffuso a giudicare dai milioni di persone che passano sempre più tempo davanti allo schermo del computer e sulla propria bacheca di Facebook. Si pubblicano pensieri, emozioni, commenti sulla situazione politica, messaggi d’amore e, non ultimo, si risponde ai messaggi degli amici creando un dialogo continuo anche se a distanza. Insomma, è un fiorire di opinionisti, poeti in erba, scrittori di belle speranze. I viaggi non fanno eccezione: anzi, offrono spunti interessanti alla narrazione, alla voglia di raccontare e di raccontarsi, magari descrivendo paesaggi, situazioni divertenti o anche disavventure.