L’adolescenza è una fase di crescita segnata da una crisi personale e di relazione: da bambini si diventa adulti e il passaggio spesso non è indolore. Anche i genitori sono coinvolti e spesso devono rivedere il loro modello educativo. A volte il comportamento dei figli può essere decisamente preoccupante. Quelli più a rischio sono:

– dipendenza da sostanze: sono non solo droghe di vario tipo ma anche gioco d’azzardo e computer;
– consumo eccessivo di alcol: sono sempre più numerosi i giovani che bevono grandissimi quantità di alcolici. Un problema particolarmente attuale è il binge drinking cioè un’abbuffata di alcolici in poco tempo e a digiuno per sballare prima;
– difficoltà scolastiche: quando il ragazzo non si impegna nè a casa nè a scuole, spesso non ha voglia di frequentare le lezioni, non si alza nemmeno dal letto oppure finge di andare in classe ma in verità va altrove;
– refrattarietà alle regole: quando il figlio non ha il minimo rispetto per le norme stabilite dai genitori, si comporta come vuole ed è indifferente ai rimproveri di mamma e papà;
– mancanza di stimoli: il ragazzo non ha interessi, appare svogliato qualsiasi cosa faccia e non è recettivo a nessuno stimolo;
– problematiche relazionali: il giovane frequenta cattive compagnie oppure non lega facilmente con i coetanei e tende a isolarsi nel suo mondo.

Quello dei genitori è il mestiere più difficile, che si impara sul campo. Non esistono ricette magiche, valide per tutti. Tuttavia è vero che ci sono dei principi basilari.

Dare sostegno ma lasciare libertà: un buon genitore deve essere in grado di sostenere il figlio, promuovendone al tempo stesso l’autonomia. Questo significa che deve essere sempre disponibile ad aiutare il ragazzo, ma permettendogli di spiccare il volo, anche nelle piccole cose.

Fissare le regole: essere disponibili e aperti è giusto, ma le regole servono, altrimenti il bambino cresce senza sapere in che direzione andare. E’ importante che le regole siano fissate e rispettate da entrambi i genitori, che non devono mai mettere in discussione davanti al figlio quanto deciso tra loro. Questo “codice” andrebbe impostato da subito e mantenuto nel tempo, adeguandolo alle nuove esigenze del figlio.

Motivare sempre i divieti: se un figlio mette in discussione le regole o le decisioni dei genitori, questi ultimi non devono entrare in crisi e cedere. Piuttosto, devono spiegare al ragazzo le loro ragioni, motivando i no e i divieti. In questo modo, il figlio impara a rispettare il punto di vista di mamma e papà e diventa più consapevole delle conseguenze delle proprie azioni.

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