La pratica fisica in generale e quella di alcune discipline in particolare apporta benefici ai neuroni, mantenendoli giovani e potenziando abilità cognitive, come ragionamento, memoria, concentrazione. Una ricerca della Mayo clinic (Usa) ha evidenziato le discipline pro cervello: corsa, nuoto e tutti gli sport aerobici, ma anche basket, ciclismo, calcio, hockey, pallamano, tennis, canottaggio, ping-pong, scherma e taekwondo. Ecco perché.

Per i neurologi della Mayo clinic, trenta minuti di un’attività aerobica per cinque volte alla settimana riducono il rischio di declino cognitivo. “Le attività aerobiche, che richiedono sforzi non troppo intensi ma prolungati nel tempo, durante le quali si respira normalmente e il cuore batte alla stessa frequenza, aumentano l’ossigenazione di tutto l’organismo” dice il neuropsicologo Giuseppe Alfredo Iannoccari.

“Il sangue raggiunge e nutre i distretti cerebrali che potrebbero non essere ossigenati a sufficienza in chi è sedentario, impedendo ai neuroni di andare incontro alla morte; le strutture del cervello si rinforzano come le capacità cognitive associate”.

Le attività aerobiche rendono migliore il controllo dell’ossigeno e non stimolano la produzione di radicali liberi, alla base dell’invecchiamento anche dei neuroni. Così si contrasta il decadimento cognitivo e si rinviano le malattie neurodegenerative.

Gli effetti positivi dello sport sulle performance cognitive (come memoria, concentrazione, coordinazione ecc…) cambiano a seconda dell’attività sportiva. In generale permettono un maggior sviluppo cognitivo gli sport: simmetrici, cioè che impegnano in modo eguale entrambe le metà del corpo; complessi, cioè che richiedono movimenti non predefiniti e ripetitivi, ma da improvvisare in base all’evolversi dello schema di gioco; di squadra, perché impegnano il cervello in schemi complessi in cui occorre tener conto di sé, degli avversari e dei compagni di gioco.

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