Da diverso tempo non mangio pane e pasta quotidianamente, al massimo una volta a settimana, questo perché in passato qualcuno mi ha fatto notare che non è proprio salutare… ma di questo ne scrivo abbondantemente sull’articolo precedente e non vorrei essere ripetitivo… in questi giorni però sono venuto a conoscenza di informazioni fuori dal mondo, cioè, si avevo sentito parlare di farine OGM ma non avevo mai approfondito l’argomento… anche perché pensavo… esiste in Europa una legge che obbliga l’etichettatura, quindi dovrebbe essere abbastanza evidente se un alimento è OGM o meno…

E invece no… c’è mezza truffa!!!

Gli OGM importati o prodotti nell’Unione Europea devono infatti essere identificati con un codice che viene trasmesso dagli operatori lungo tutta la catena alimentare e la loro presenza negli alimenti deve essere indicata in etichetta se superiore allo 0,9% (0,5% per quelli in corso di autorizzazione), mentre non è ammesso alcun margine per gli OGM non autorizzati. La presenza di OGM – precisa la Coldiretti – deve essere indicata su tutti gli alimenti venduti preconfezionati e sfusi. In particolare ingredienti, additivi e atomi prodotti a partire da OGM sono assoggettati all’obbligo di etichettatura OGM che vale anche nelle ipotesi in cui non siano rilevabili tracce di proteine/DNA geneticamente modificato (esempio prodotti raffinati come olio di semi OGM). A questo punto ti faccio una domanda…

Hai mai visto la scritta OGM sull’Olio di Semi???

Io no, al massimo qualcuno che scrive NO OGM… e visto che buona parte della soia (seme più diffuso da dove si estrae l’olio) importata in Europa è dichiarata apertamente OGM, perché qualcuno che produce NO OGM, non dovrebbe scriverlo sulla confezione? Sarebbe uno stupido…. quindi il dubbio mi assale e mi assale anche per pane e pasta perché più di 40 anni fà, non ieri, ma 40 anni fà qualcuno ha modificato geneticamente il grano italiano… e questo non me lo sto inventando io o il primo che passa, è dichiarato apertamente come vanto nazionale…

Il Centro Studi e Ricerche Nucleari Casaccia del CNEN (poi ENEA) ha generato il grano duro Creso, ottenuto da un incrocio tra una varieta’ messicana, la Cymmit, e una italiana, la Cappelli, la quale era stata precedentemente sottoposta a bombardamento con raggi X. Insomma Cymmit più il mutante di Cappelli Cp B144. Ovviamente non si ottiene pasta radioattiva, cioè il nostro piatto di pastasciutta non emette radiazioni… ma sempre modificato è… peccato che non è scritto su nessuna confezione… per chi vuole maggiori dettagli sulla modificazione genetica del grano italiano in questa pagina se ne parla abbondantemente…

Un paio di info (interessi) veloci veloci presi da questa pagina…

“…Negli anni 1965-70 il fabbisogno annuo di grano duro nei Paesi della CEE di allora, si aggirava sui 40 milioni di quintali. Il 50% di tale fabbisogno era soddisfatto con la produzione interna, il 30% importato soprattutto da Canada, USA e Argentina, il 20% costituito da granito di frumento tenero. La produzione italiana era intorno ai 17 milioni di quintali, con una produttività media di 12 quintali per ettaro. Le previsioni indicavano per il 1975 un fabbisogno per la CEE di 50 milioni di quintali. La produzione interna veniva pertanto incentivata con una integrazione significativa…”

“…Tra le nuove linee selezionate apparve subito emergere la linea FB55, con piante basse e vigorose, spighe molto fertili, resistente alle malattie e in particolare alle ruggini. Fu iscritta con il nome Creso. Selezionata nei laboratori del Centro della Casaccia da un incrocio fra un grano mutante (B144) radio indotto dal Cappelli e una linea del Centro Internacional de Mejoramento de Maize & Trigo, si rivelò ben presto di grande interesse agronomico e industriale per l’elevata produttività in campo e la buona qualità di pastificazione…”

“…Iscritta nel 1974 nel Registro Nazionale delle varietà di grano duro, in pochi anni diventò la varietà più coltivata in Italia (già nel 1982 rappresentava il 60% della semente di grano duro certificata) facendo raddoppiare la produzione italiana di grano duro a parità di superficie. La varietà incontrò subito il favore degli agricoltori più preparati che, impiegando moderne tecniche agronomiche di coltivazione, raggiunsero in Italia Centrale produzioni uguali o superiori a quelle del frumento tenero. L’agricoltore fu favorevolmente impressionato dall’aspetto della granella di Creso, dalla adattabilità di tale varietà e dalla positiva risposta ad ogni miglioramento della tecnica colturale…”

Ma questa mutazione cosa ha causato in noi?

Molti, tanti, sostengono fondata l’ipotesi, che la modifica genetica delle varietà di grani moderni, sia correlata ad una modificazione della loro proteina, e in particolare di una sua frazione, la gliadina, che è un proteina basica, dalla quale per digestione peptica-triptica, si ottiene una sostanza chiamata frazione III di Frazer, alla quale è dovuta l’enteropatia infiammatoria e quindi il malassorbimento (intolleranza al glutine e allergie)…

Non avendo gli strumenti per confermare o meno questo, mi affido a ciò che noto… guardacaso negli ultimi decenni anni sta avvenendo un vero e proprio boom di celiachia e intolleranze alimentari… sarà un caso? Nell’incertezza già da un pò di tempo ho deciso di mangiare solo sporadicamente qualsiasi tipo di farinacei… non si sa mai avessero ragione…

E in questi giorni, ho avuto un’illuminazione!!!

Il grano duro Timilia… un’antica varietà tardiva autoctona della Sicilia. E’ una varietà di frumento con il chicco scuro che resiste bene alla siccità. In Sicilia, ma anche nel resto d’Italia, è conosciuto con i nomi dialettali: tumminia, timminia, trimminia. Si tratta di una varietà antica di grano duro a ciclo breve, si semina a marzo nelle zone collinari e per questo motivo è chiamato anche grano marzuolo. Storicamente, la sua coltivazione serviva solo per il sostentamento delle famiglie contadine, ma anche come “moneta” di scambio, tanto che il Timilia era considerato uno dei grani che costituivano la base dell’economia agricola di questo territorio. La sua pianta ha un apparato radicale molto forte, una spiga allungata, un gambo resistente e sottile che arriva oltre il metro di altezza ed un piccolo seme di colore ambrato scuro. Con la farina Timilia si può preparare il pane a lievitazione naturale o la pasta fatta in casa.

Cosa ha di particolare?

Prima di tutto, la Farina di Timilia è ottenuta dal lento sfregamento delle macine a pietra, quindi niente marchingegni industriali. E questa lavorazione la rende una vera farina integrale, non come quelle finte di cui parlo nell’articolo precedente… infatti è l’unica farina che contiene ancora il germe di grano, quindi gli oligoelementi (minerali) in esso contenuti. Contiene la crusca, ricca di fibre e vitamine B… e notizia delle notizie… è a basso contenuto di glutine…

Sai perché è stato messo in ombra dal Creso?

Produrlo costa molto di più, a causa delle sue spighe alte, del basso rendimento per pianta, della delicatezza… dopo tutto viene dichiarato direttamente dal “Centro di Studi Nucleari” che ha bombardato il Capelli con raggi X rendendolo Mutante Cp B144… mi sembra di essere nel film X-Man… in questo modo il Creso diventa “…con piante basse e vigorose, spighe molto fertili, resistente alle malattie e in particolare alle ruggini…” ed io aggiungo… la sua farina ha una lunga scadenza (verifica tu stesso sulla confezione che hai in casa)… al contrario la farina di Timilia deve essere consumata entro 4 mesi dalla molitura perché senza trattamenti chimici… un sogno!!!

Dopo queste notizie, forse, credo, sia il caso che tu prenda i dovuti provvedimenti… approfondisci l’argomento, valuta come risolvere questo tuo problema sull’alimentazione e se hai bisogno di altri dettagli, chiedi pure… Buon Appetito NO OGM!!!

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