Sta facendo molto discutere l’ultimo spot realizzato dall’associazione pediatrica del Texas per combattere l’alimentazione sbilanciata nell’età infantile e le malattie collegate. Nella pubblicità, infatti, si paragona l’hamburger all’eroina. Il messaggio è chiaro: cibi grassi e poco salutari, come patatine fritte e hamburger, sono come droghe, che attraggono e creano dipendenza, danneggiando la salute. Davvero il cibo può creare dipendenza? In che modo?

In realtà, la discussione sul concetto di dipendenza da cibo è ancora in corso. Il cibo diventa un problema nel momento in cui si trasforma in un modulatore affettivo ed emotivo: accade quando rappresenta una soluzione comoda e a portata di mano per affrontare un disagio di natura psicologica.

In questo senso, piluccare in maniera compulsiva per rilassarsi o per sfogarsi, mangiare per non pensare, per calmare il nervosismo o per sentirsi meglio, abbufarsi per dimenticare un episodio spiacevole o per regalarsi una ricompensa, sono tutti atteggiamenti problematici: significa che il cibo si è trasformato in un mezzo per gestire sentimenti ed emozioni.

L’ambiente e la società attuale non fanno altro che favorire un rapporto malsano e l’uso scoretto del cibo. Basti pensare alla pubblicità: in molti spot i prodotti alimentari non sono semplicemente un cibo con cui nutrirsi, ma mezzi per soddisfare altre esigenze. Anche le maxi confezioni di popcorn vendute al cinema, le offerte 3×2 al supermercato, i menu “tutto compreso” al ristorante non aiutano: spingono a mangiare sempre di più.

Le conseguenze di questa sorta di dipendenza da cibo si manifestano innanzitutto a livello psicologico: la persona non affronta i suoi veri disagi e finisce così con lo stare peggio. In questo modo il suo malessere, invece di diminuire, aumenta. A lungo andare, il problema non rigurada più la sfera psicologica, ma diventa più generale. Infatti, anche se il cibo non è una droga, può causare dei danni all’organismo: mangiare in modo disordinato, senza avere delle regole, compromette la salute.

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