Secondo una ricerca, cinque minuti dopo aver cenato, il 31% delle persone che ha lasciato il ristorante non ricorda quanto pane abbia consumato e il 12% di coloro che lo sanno, nega di averne fatto incetta. “Questo perchè non siamo stati progettati per conservare il ricordo di quanto abbiamo consumato” dice Brian Wansink, psicologo dell’alimentazione. “Se solo potessimo visualizzare cosa abbiamo mangiato, probabilmente mangeremmo meno” continua lo psicologo.

Strano a dirsi, ma non smettiamo di mangiare quando il nostro stomaco è pieno. Secondo gli scienziati, sembra che sia una combinazione, tra le altre cose, di fattori quali: quanto mastichiamo, quanto gustiamo, quanto ingoiamo, quanto pensiamo al cibo, quanto tempo impieghiamo a mangiare. Questo può durare anche 20 minuti, il tempo impiegato dal nostro corpo e dal nostro cervello per segnalare il senso di sazietà. Meglio masticare a lungo, mangiare lentamente e preferire cibi da mordere, che richiedono più tempo per essere consumati.

Il cibo è uno dei grandi piaceri della vita. Per non rinunciarvi dobbiamo far si che l’ambiente circostante agisca a nostro favore. Mangiamo troppo non per fame, ma perchè influenzati dagli altri, dalla grandezza delle confezioni e dei piatti. Ogni giorno prendiamo oltre 200 decisioni in merito al cibo. Spesso non sappiamo cosa c’è nel piatto, ma crediamo che i cibi di marca siano migliori. E che la dimensione del piatto determini la nostra fame.

Pur consumando in quantità formaggio, pane, vino, dolci e patè, le donne francesi non ingrassano perchè sanno quando smettere di mangiare. Prestano più attenzione a indizi interni quali il senso di sazietà e meno attenzione a segnali esterni come il livello di zuppa in una ciotola. Dettagli che possono indurre a mangiare troppo.

Non riuscendo a contare le calorie, si nutrono con gli occhi, generalmente più grandi dello stomaco. E di fatto spesso più bravi della nostra pancia a indicarci quando siamo sazi. E’ dimostrato che, quando le persone consumano in un’unica porzione la quantità di cibo desiderata, mangiano il 14% in meno che se ne prendessero quantità minori ma a più riprese.

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