“Le startup italiane non crescono perché non hanno clienti, non perché non hanno azionisti”. Secondo il professor Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di Strategia alla Sda Bocconi, il problema delle imprese innovative nostrane non è l’assenza di investimenti. Certo, l’Italia non brilla per capitale di rischio investito in startup, ma secondo il professore, il vero ostacolo alla crescita delle startup sta in una valutazione poco attenta del mercato.

“Se una startup ha clienti, gli investitori e i loro capitali arrivano di conseguenza. Quindi la prima vera preoccupazione dei neoimprenditori deve essere quella di identificare la domanda effettiva e accessibile per il prodotto che hanno intenzione di vendere”, spiega il docente.

Il secondo passo fondamentale è costruire un buon team: “Un’idea di business deve essere continuamente condivisa con i collaboratori. La leadership del neoimprenditore deve andare di pari passo con la costruzione di una squadra ben assortita e basata su profili altamente qualificati”, aggiunge il professore. Questo, in Italia, si traduce anche in una scelta oculata del quartier generale della startup: “In un Paese come il nostro, in cui la mobilità territoriale è scarsa, il luogo prescelto per avviare l’impresa pesa sulle possibilità di successo”.

Terzo step, riuscire a superare indenni la prima fase del ciclo di vita dell’impresa. È il momento in cui il team deve dare il massimo, investendo denaro proprio e, a volte, rimettendoci. In questo periodo non bisogna mai perdere di vista l’obiettivo. Per facilitare il lancio delle startup sarebbe d’aiuto un mercato del lavoro meno rigido e costoso: il decreto Crescita ha previsto un accesso agevolato delle startup al credito d’imposta per l’assunzione di profili qualificati. La direzione, insomma, è quella giusta.

Per concludere, il professor Carnevale Maffè ribadisce un concetto: “La scarsità del capitale di rischio in Italia non deve diventare un alibi per i neoimprenditori. Un’impresa nasce quando intercetta un mercato potenziale, quello deve essere il primo pensiero”.

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