L’attenzione del pubblico per il dimagrimento è sempre più consistente. Perchè allora non farne una professione? La legge italiana, con il d.m. 744/94, ha istituito la figura del dietista, conforme a quella della normativa europea: un professionista che, seguendo le indicazioni delle diagnosi mediche, elabora diete e collabora nel trattamento dei disturbi alimentari.

Mentre il dietologo è un laureato in medicina con specializzazione in dietologia , il dietista ha una laurea triennale. In pratica, il primo è il responsabile di una cura e prescrive ai pazienti una dieta specifica, per esempio in caso di patologie come il diabete o l’obesità e, se necessario ricorrono a farmaci. “Il dietista, invece, segue un corso di studi , a numero chiuso, che prevede circa un terzo dei crediti formativi dedicati al tirocinio e un esame abilitativo alla professione in sede di discussione di laurea” chiarisce Giovanna Cecchetto, presidente Associazione nazionale dietisti.

Quali sono i suoi compiti? “In aggiunta a un ruolo di informazione ed educazione alimentare, il dietista si occupa di prevenzione di patologie, riabilitazione e ristorazione collettiva” risponde Cecchetto. Il suo raggio d’azione è quindi ampio, ed è questo il motivo per cui si moltiplicano le strutture, dalle palestre alle mense, che arricchiscono i servizi con la presenza di un dietista.

“E’ importantissima la capacità di comunicare, di creare empatia con il paziente per riuscire a convincerlo a cambiare stile di vita. Quindi è fondamentale essere una persona che sappia dare il buon esempio e ispiri la fiducia di chi ha di fronte” sottolinea Filippo Ongaro, vicepresidente Associazione medici italiani antiaging.

Una volta terminati gli studi, sulla carta le opportunità di occupazione sono numerose: negli ospedali pubblici, presso studi medici e poliambulatori, in palestre e centri estetici, nella ristorazione collettiva di scuole o nelle case di riposo. I guadagni nel settore pubblico partono da 1.400-1.500 euro netti mensili, mentre chi opera come libero professionista emette fatture di almeno 50 euro.

Un inserimento graduale nel mondo del lavoro aiuterà a districarsi dalle difficoltà comuni agli addetti del settore: “E’ difficile allontanare le persone dalle loro debolezze. Inoltre c’è ancora poca informazione sui servizi disponibili per chi volesse migliorare lo stile di vita. Infine, resiste ancora un retaggio culturale che considera questo ambito al pari di una frivolezza” aggiunge Ongaro.

Di

Lascia un commento